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Invisible Atlas: album review from Pianosolo

Invisible Atlas: album review from Pianosolo

Here's the latest album review from Italian website Pianosolo!

I'd like to thank Paola Parri for listening with such an open heart to this work, which has a greater meaning to me than just a record.

Here's what she said about Invisible Atlas:

«Il suono di “Invisible Atlas” è compatto, omogeneo e lega le otto tracce, ciascuna differente dall’altra, come un saldo filo che fa pensare ad una voce narrante alle prese ogni volta con una storia diversa.
Un ottimo esordio discografico per questi due giovani artisti che con essenzialità di architetture cesellano circa trentuno minuti di pura bellezza.»

Read the full review here.

Invisible Atlas is out on Skidoo Records!

Invisible Atlas is out on Skidoo Records!

The years-long, fruitful collaboration between pianist Stefano Falcone and bass player Ilaria Capalbo involves two of the brightest new talents from the vibrant jazz scene of the city of Naples, their hometown. The duo works on original compositions and co-writing, leading the tiny ensemble towards a distinctive, chamber-like sound that also nods to respective musical backgrounds and roots. The duo's debut album, Invisible Atlas, is now out on Skidoo Records.

Here's what they say about us:

 

Ilaria Capalbo e Stefano Falcone hanno un lungo percorso compiuto insieme alle loro spalle: un itinerario musicale fatto di ascolti, preparazione, formazione stilistica, affinamento di gusti. L’uscita di questo primo lavoro discografico, Invisible Atlas, è il frutto del bisogno di mettere un punto, scattare finalmente la foto di un viaggio cominciato da tempo.
E’ un album – concetto, articolato su otto tracce, con un prologo ed un epilogo: una sorta di cammino, una mappa affascinante costruita su suggestioni molteplici. La formazione di Stefano Falcone e Ilaria Capalbo è classica, il loro amore per il Jazz è acclarato, così come quello per la musica barocca. La loro personalità come musicisti è netta, vivida. Impossibile imbrigliare la loro cifra espressiva in un genere rigido.
Di certo il loro stile è deciso, per la scelta di un suono cameristico, per la forte attitudine all’improvvisazione radicale anche in solo, partendo da sezioni scritte per pianoforte e contrabbasso in duo. Ma anche per la precisa la volontà di realizzarlo in questa formazione, a partire dalla fase compositiva. E per la cura attenta della timbrica e della coloristica: il suono complessivo dei due strumenti è come fosse a sua volta un terzo strumento.
Invisible Atlas è un punto di arrivo, denso a tal punto di sostanza che non può che rappresentare anche il prossimo, promettente, punto di partenza.
— Daniela Floris
C’era una complicità silenziosa tra questi due ragazzi, qualcosa che non necessitava di essere espressa attraverso le parole, ma che traspariva dai loro sguardi diretti e chiari. Ho provato ad immaginare la loro musica mentre la luce si muoveva loro intorno. E ho pensato che qualsiasi cosa immaginassi, la verità mi avrebbe sorpreso. Dietro quegli sguardi, quei silenzi, una musica sorprendente.
— Paolo Soriani, JazzIt